Le razze suine italiane: un patrimonio da valorizzare!

Inizio questo articolo dedicato alle razze suine italiane con un esempio…

Capita molto spesso di ricevere richieste del famoso Jamon Iberico, prosciutto spagnolo di grande pregio e spessore. Questo prosciutto viene ricavato da suini allevati bradi e dal mantello totalmente nero e fin qui niente di male.

Ma anche l’Italia ha le sue razze “NERE”!

razze suine italiane: suino di mora romagnola

Purtroppo però, poichè NON eccelliamo certo nel valorizzare i nostri prodotti, queste razze non solo non sono conosciute bene ma spesso se ne ignora l’esistenza.

Suini dal manto nero allevati, per disciplinare, nella maggior parte dei casi BRADI e che non hanno nulla da invidiare ai famosi spagnoli. Ora sia chiaro non si sta dicendo che uno è migliore o più buono dell’altro ma solamente si vuole ribadire che abbiamo suini di grande spessore da cui si ricavano prodotti di grande pregio, ognuno con le sue particolarità e caratteristiche.

Le razze suine autoctone italiane costituiscono un patrimonio unico sotto il profilo storico, sociale, biologico, culturale ed economico del nostro Paese e sono il frutto della lunga azione dell’ambiente e dell’opera dell’uomo.
Queste razze sono sopravvissute alle vicende che hanno modificato la struttura delle nostre campagne negli ultimi 150 anni. Il loro allevamento è spesso praticato in aree marginali dell’appennino e delle isole dove, grazie alle doti di rusticità e di frugalità, riescono ad utilizzare al meglio le risorse disponibili.

Le particolari caratteristiche genetiche e di allevamento concorrono a rendere preziose le carni ed i salumi ottenuti da questi suini.
Tra le più note razze suine autoctone italiane, identificate anche come Presìdi Slow Food, ci

sono il Nero dei Nebrodi (o Nero Siciliano) e la Mora Romagnola.

Il Nero dei Nebrodi

razze suine italiane: nero dei nebrodi

Suino Nero dei Nebrodi (foto: consorzio di tutela Suino nero dei Nebrodi)

è un razza suina rustica, di colore nero, quasi selvatica, presente nei territori in provincia di Messina, ma che si è diffusa sia sui monti che sulle Madonie. L’allevamento di questo suino ha origini antichissime: resti fossili e documenti scritti testimoniano la presenza di questi animali fin dal periodo della dominazione greca e cartaginese (VII-VI secolo). Durante tutto il Medioevo era diffuso l’allevamento di grandi branchi allo stato brado.
Razza precoce e longeva, è resistente alle malattie e alle avversità climatiche.

 

Mora Romagnola

Razze suine italiane: Mora romagnola

Razze suine italiane: Mora romagnola

Da sempre molto apprezzata per la carne di ottima qualità, utilizzata per la produzione di salumi di pregio, si riconosce subito per il pelo marrone scuro che tende al nero (da cui il nome di “mora”), per il particolare taglio a mandorla degli occhi e per la presenza, soprattutto nei verri, di zanne molto lunghe, tali da renderli più simili a cinghiali che non a maiali veri e propri.

Nero Casertano

Meno noto delle prime due razze suine citate, il Nero Casertano in passato ha contribuito a popolare gli allevamenti allo stato brado del sud della nostra Penisola. Sembra, infatti, che questa razza, grigia o nera, sia all’origine del Nero di Calabria, diffuso anche in Puglia e Basilicata.

Nero di Calabria

Il suino Nero di Calabria ben si adatta ad ambienti aspri e poveri come quelli calabresi. Questa razza può essere allevata allo stato brado e semibrado e resiste bene a temperature rigide che gli consentono di vivere all’aperto senza alcun problema. Elemento distintivo è il mantello nero dal pelo ispido e corto.

Razza Sarda

Razze suine italiane: razza sarda

Razze suine italiane: Razza sarda (foto: Provincia Medio Campidano)

In Sardegna si trovano invece i suini di razza Sarda: il mantello va dal rosso al nero, ma un aspetto inconfondibile è la criniera di setole che corre lungo la schiena e che talvolta forma un ciuffo all’altezza della coda. Uno tra i prodotti di punta che vengono preparati con le carni dei suini di razza sarda è rappresentato dalla sartizza a loriga sarda, il cui nome significa appunto salsiccia ad anello, con tipica forma a U e arricchita con aglio fresco.

Suini di Cinta Senese

Tra le razze autoctone più conosciute vi è quella della Cinta Senese, contraddistinta dalla caratteristica fascia rosa sulla parte anteriore del corpo.
L’area di origine e di allevamento della Cinta Senese è quella della Montagnola Senese, compresa nel territorio dei comuni di Monteriggioni, Sovicille, Gaiole, Castelnuovo Berardenga e Casole d’Elsa, nel territorio delimitato dall’alta valle del fiume Merse da una parte e dall’alta valle del fiume Elsa dall’altra.

razze suine italiane: suini di cinta senese

Razze suine italiane: suini di cinta senese (foto:CNR)

Negli anni quaranta del secolo scorso, veniva definita come la più importante razza suina della Toscana, ed era allevata in modo assai diffuso per ottenere l’incrocio di prima generazione con il Verro Large White. Questi meticci, noti con i nomi di “grigi” o “tramacchiati”, erano molto ricercati dai caseifici del Nord Italia per la produzione del suino pesante, in quanto dotati di rusticità, di facile ingrassamento e di carne molto pregiata.

La Cinta Senese produce carne di ottima qualità, le cui caratteristiche sono apprezzate soprattutto per la trasformazione in salumi tipici tradizionali, quali il prosciutto toscano, la spalla salata, le salsicce, la gola, il lardo, la pancetta o rigatino, il capocollo, la soppressata, la finocchiona, il buristo. Come carne fresca, viene utilizzata maggiormente la lombata per la cottura sulla griglia sotto forma di bistecche e rosticciane.

Nera di Parma

Razze suine italiane: nera di Parma

Razze suine italiane: nera di Parma

La Nera di Parma è, infine, l’unica razza che ha davvero rischiato l’estinzione, tanto che i suini che oggi la compongono sono in realtà frutto di incroci.
Alla fine del secolo scorso i ricercatori sono riusciti a ritrovarne solo esemplari chiazzati: tramite accoppiamenti mirati e una rigida selezione, la razza è stata ricreata almeno nel suo aspetto esteriore, e oggi conta centinaia di esemplari.

In generale, i suini di tutte le razze autoctone italiane, grazie all’alta presenza di grasso intramuscolare, sono perfetti per la produzione di prosciutti e insaccati. Ecco perché meritano di essere apprezzati.

Concludo  dicendo che la maggior parte dei suini rosati che vediamo altro non sono  che un incrocio tra una razza americana di nome Durok e una razza inglese Large White. L’incrocio nasce per ottenere un suino resistente come ossatura e di grandi rese di carne. Altra particolarità rispetto alle razze autoctone: sono sicuramente più resistenti, meno cagionevoli di salute e con un numero maggiore di nascituri al parto.

 

2 pensieri su “Le razze suine italiane: un patrimonio da valorizzare!

  1. Stefano Crotti

    molto interessante la classificazione…ero interessato alla razza bergamasca che sono certo sia estinta (pubblicato su “vita in campagna”nel 2017) per un allevamento allo stato semibrado.
    Per questo la mia attenzione si è posata sulla mora romagnola. L’allevamento è in provincia di Bergamo.
    Lei cosa ne dice? Grazie

    Rispondi
    1. Lorenzo Rizzieri Autore articolo

      Buon giorno Stefano.
      La mora Romagnola come le razze Nere italiane sono razze rustiche che si adattano molto bene per i tipi di allevamento brado o semibrado. Anche il comune suino rosato incrociato per un allevamento semibrado si addice. Le differenze sono nei parti, la mora circa 5-6 maialini, mentre rosato 10-12.
      Grazie

      Rispondi

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