Allevamenti avicoli allo stato brado: non c’è solo l’allevamento intnsivo! Intervista a Luigi Ballarin (seconda parte)

Parliamo di Allevamenti avicoli… Nella prima parte dell’Intervista a Luigi Ballarin (leggetela QUI), abbiamo parlato dell’esperienza e del modello di allevamento BRADO di Avicola Ballarin che ha nulla a che fare con gli allevamenti intensivi che vediamo sempre più spesso in TV… ripartiamo proprio da qui e dall’impatto che informazioni a senso unico possono avere sul consumatore…

Cosa pensi delle immagini e trasmissioni degli allevamenti intensivi che fanno vedere?

Certamente si capisce che qualcosa non va: il mercato vuole prezzi bassi, la concorrenza è ormai globale ed i produttori sotto pressione reagiscono spingendo gli allevamenti fino ad un punto evidentemente inaccettabile. E’ necessario ripartire da una corretta informazione verso i consumatori in modo che possano, un volta informati, fare scelte di acquisto intelligente che portino beneficio a tutta la filiera.

L’abolizione dell’allevamento di polli in gabbia, che è già obbligatoria per i nuovi allevamenti, ed avverrà gradualmente anche per quelli esistenti, è un segno che qualcosa si può fare, ma non è per nulla scontato che si proceda sempre nella corretta direzione perché gli interessi economici in gioco sono forti.

Credi che in qualche modo possano ledere chi come te lavora in maniera encomiabile?

Al contrario, oggi piano piano, sta emergendo in parte ciò che c’è dietro. Per citare Michael Pollan: “Il cibo a basso prezzo è un’illusione, non esiste. Il vero costo del cibo alla fine viene pagato da qualche parte. E se non lo paghiamo alla cassa, lo paga l’ambiente e la nostra salute.”

Polli allo stato Brado: tra pascolo e ricoveri confortevoli

Allevamento brado - faraoneCome vivono i tuoi polli, ci puoi spiegare una loro giornata tipo?

Con l’imbrunire della sera i polli e le faraone dormirebbero volentieri in tutte le stagioni all’aperto, in genere su rami o cespugli, ma essendo pericoloso per i possibili attacchi dei predatori e per le intemperie, vengono sollecitati a dormire dentro a ripari molto semplici posti direttamente in mezzo al pascolo. I ricoveri sono confortevoli per la presenza di grande spazio, lettiera pulita, posatoi e ottima areazione in tutte le stagioni. Alla mattina vengono liberati direttamente sui pascoli ed in genere prediligono subito allontanarsi molto verso la campagna volando via all’apertura dei ricoveri stessi.

Con il progredire della giornata in genere amano trovare rifugio tra i cespugli, dentro alle colture di mais, sorgo, grano e medica o direttamente nella zona del laghetto tra le canne ed i salici. A seconda delle stagioni passano il tempo a razzolare, prendere il sole per poi passare all’ombra dopo essersi ben rosolati, fare i bagni di sabbia e terra, correre, volare.

I maschi fanno le lotte per l’accoppiamento e a turno la guardia avvertendo dell’avvicinarsi di un gatto, un fagiano o qualsiasi altro intruso. I capponi ovviamente sono più pacifici e sornioni, grandi mangiatori e razzolatori grazie alle robuste zampe. Le pollanche sono  audaci, instancabili scavatrici, capaci di affrontare un prato gelato o coperto di neve come se fosse primavera. Anche i capponi non temono il freddo, né la neve, mentre le faraone essendo di origine africana, sono freddolose ed hanno imparato ad essere grandi ruffiane, tanto da farsi accettate nelle notti invernali a dormire sotto le ali dei docili capponi. Il gran caldo è invece la loro patria e le faraone corrono e volano con 37°C gradi all’ombra quando anche la più scatenata delle pollanche è a becco aperto per il gran caldo.

Il ruolo delle vaccinazioni per la prevenzione in allevamento

Quando arrivano in allevamento da te subiscono vaccinazioni?

Allevamenti avicoli bradi - pollancheIn genere le vaccinazioni sono somministrate nelle prime ore di vita dei pulcini direttamente presso gli incubatoi e quindi non è necessario fare altre vaccinazioni.

I vaccini sono importanti per evitare un successivo uso di farmaci in quanto ci permettono di prevenire le malattie nel modo più “sano” possibile per l’uomo e per l’animale stesso. Esse sono previste anche negli allevamenti certificati BIO (art. 23.4, Reg. (CE) 889/2008)

Oltre ai vaccini applichi sistemi naturali di difesa dalle malattie?

Certamente, applicando innanzitutto le corrette prassi preventive con pulizie e disinfezioni, periodi di vuoto sanitario e vuoto biologico, allevamento di specie diverse con effetto sinergico tra loro: ad esempio polli e faraone.
Un’alimentazione di alta qualità, completa ed equilibrata, insieme alla disponibilità di acqua sempre pura e fresca sono premesse indispensabili, insieme a quelle di igiene per la prevenzione delle malattie. Va ricordato poi che allo stato brado gli animali sono avvantaggiati in quanto l’attività fisica stimola le difese immunologiche naturali degli animali e conferisce loro una grande resistenza. Gli animali inoltre vivono in un ambiente con una densità di capi per metro quadrato bassissima, respirano un’aria pura incomparabile a quella piena di ammoniaca, batteri e polvere degli allevamenti industriali. In un ambiente sufficientemente ampio, ci sono poi barriere naturali al diffondersi delle malattie come i raggi ultravioletti del sole, l’essiccazione della pollina per effetto dei raggi infrarossi, le gelate invernali che contengono la proliferazioni di batteri e parassiti (meno dei virus), la competizione dei non patogeni (base di tutti i depuratori biologici), la trinciatura dei pascoli, la fermentazione del letame e la periodica lavorazione dei terreni.
Gli animali allo stato brado, sono in grado poi, di reperire e trasmettersi tra loro elementi importantissimi che favoriscono le difese immunitarie tramite l’ingestione di prebiotici e probiotici. I probiotici sono “organismi vivi che apportano un beneficio alla salute dell’ospite”, mentre i prebiotici sono le fibre alimentari non digeribili che rappresentano il cibo dei probiotici. Senza prebiotici, a mio parere, non ha senso parlare di probiotici e senza probiotici non ha senso parlare di allevamenti senza medicine.

Ti spaventano i casi di aviaria avuti in passato e come gestisci la situazione?

Nessuno può dirsi tranquillo di fronte alle malattie, soprattutto se si tratta di quelle causate dai virus dell’influenza, che hanno dimostrato una grandissima capacità di cambiare rendendo impossibile l’uso di un vaccino definitivo. Tanto più per il cosiddetto virus dell’influenza aviaria, per il quale non si dispone di alcuna arma se non la prevenzione.
La situazione è quindi portata avanti in collaborazione con i servizi veterinari, in grado di allertare per tempo gli allevatori dell’arrivo potenziale del virus in base ai continui campionamenti eseguiti su tutti gli allevamenti ed al calcolo del possibile passaggio sul nostro territorio di uccelli migratori provenienti da zone infette.
In caso di allerta nel giro di poche ore gli animali vengono tenuti in enormi voliere protette dai volatili selvatici portatori del virus.

Molto importante è poi la salute degli animali: l’influenza infatti deve vincere le barriere immunitarie del pollo per poterlo “fare ammalare”; ed è molto più facile che si ammalino animali già stressati, con salute e condizioni di allevamento precari rispetto a quelli allevati Bradi anche se apparentemente più esposti.

Allevamento brado - faraonaQuanti in Italia ritieni possano essere quelli che allevano come te ?

Non saprei. So per certo che in molti allevano in parchetti all’aperto secondo le indicazioni del sistema BIO, ma di allevamenti allo stato Brado e che tale sia veramente, in Italia, penso ce ne siano pochi.

Allevamento brado contro allevamento intensivo: le differenze per l’allevatore

Essendo pochi secondo te perché è più facile trovare allevamenti intensivi piuttosto di allevamenti come il tuo ?

I fattori sono molteplici ed in parte li abbiamo già visti :

  • Certamente gli alti costi di produzione dell’allevamento Brado
  • I grandi investimenti necessari (terreni, ricoveri, licenze, attrezzature, macelli)
  • Le grandi difficoltà burocratiche per ottenere e mantenere licenze e permessi (nel mio comune ad es. sono vietati nuovi allevamenti)
  • I bassi guadagni per l’allevatore
  • Le implicazioni di impegno lavorativo pesante e non sempre “pulito”
  • Il condizionamento di vita dell’intera famiglia dell’allevatore – pastore e la classe sociale di appartenenza
  • Il rischio di disturbare i vicini per la presenza degli animali liberi e dell’allevamento in generale, con tutte le conseguenze del caso
  • La competizione di potenti Lobby industriali del settore avicolo che hanno interesse a condurre il legislatore verso normative per etichettature e certificazioni a loro confacenti, che permettono di produrre carni che appaiano di alta qualità, ma possano poi essere prodotte a basso prezzo restando dentro apposite regole e scappatoie.
  • Restrizioni sul numero di capi allevabili e macellabili, a carico dei piccoli allevamenti visti non come eccellenze che producono alta qualità, ma come piccoli  cioè “meno evoluti” . Ne consegue l’impossibilità tecnica di diventare “grandi” per dimensioni e reddito
  • Restrizioni commerciali sul territorio, per la vendita diretta dei piccoli produttori verso le partite IVA (macellerie, ristoranti, ecc) permesse nella sola provincia di appartenenza ed in quelle limitrofe
  • Il dover lavorare in un mercato che non è libero, ma è caratterizzato da un Oligopolio (in Italia sono solo 5 i gruppi avicoli)
  • La forza di campagne di pubblicità in TV impensabili per un piccolo allevatore.
  • Una cultura della comunità veterinaria, formata già a livello scolastico, che porta a favorire capannoni chiusi e “controllati” oltre all’impiego, dicono intelligente, di medicine .
  • La indubbia capacità dei grandi gruppi di strategie di marketing, packaging e in generale di  presentazione del prodotto, difficilmente imitabili per forza e qualità
  • La continua tendenza alla globalizzazione con formazione di Multinazionali che potrebbero mettere in crisi, in un prossimo futuro, addirittura i grandi gruppi avicoli nazionali
  • Una politica internazionale della UE che apre ai liberi scambi verso USA (TTIP in corso), Canada (CETA già siglato da pochi giorni a giugno 2017), oltre ad accordi molto larghi con i Paesi del Nord Africa, e Cina, dopo quasi un secolo di protezionismo intelligente che ci ha tutelato da OGM, inquinamento del clima, e salvaguardato prodotti tipici, benessere animale, ecc…

Cosa e quanto significa per te il benessere animale ?

Il benessere animale per me significa l’unico modo corretto di allevare perché da esso ne consegue non solo il benessere animale generalmente inteso, ma anche il benessere dell’uomo e dell’ambiente sia eticamente, sia in termini di salute.

Il mestiere duro dell’allevatore e della sua famiglia: una scelta di squadra!

Come integri la tua famiglia con questo lavoro così impegnativo ?

Ciò non sarebbe possibile senza il sostegno di mia moglie, che pur essendo ingegnere ha scelto di lavorare con me in azienda e ovviamente senza la comprensione dei miei figli. E’ la squadra che vince e mai il singolo. Il rischio è infatti quello di “concepirsi soli” e venire assorbiti dall’impegno lavorativo andando così a ledere il benessere familiare. Anche questo è inaccettabile. Bisogna saper trovare nuove soluzioni a problemi antichi, saper fare le scelte giuste e dare la priorità di volta in volta a ciò che più è necessario. Certamente l’essere imprenditori di sé stessi e poter gestirsi, diciamo liberamente, nonostante gli impegni siano comunque da svolgere, è di grande aiuto ed in un certo senso un privilegio che si ha in pochi altri lavori.

Cosa suggerisci se qualche giovane volesse approcciarsi ad un tipo di allevamento come il tuo?

Certamente per salvare l’allevamento Brado vi è la necessità dell’impegno di molti giovani nel prossimo futuro, perché, a mio parere, la qualità non si può produrre su vasta scala.
Ai giovani che si approcciano a questa avventura consiglio di prepararsi. Molti sono infatti quelli che ho visto, in oltre 30 anni di attività, che si sono improvvisati e presto o tardi non ce l’hanno fatta. Si pensa troppo spesso che avere un allevamento sia come avere un pollaio di casa. E’ necessario quindi poter fare precedentemente pratica in un allevamento avicolo di qualsiasi tipo, anche industriale, e possibilmente avere, non dico una preparazione accademica, ma perlomeno solide basi culturali soprattutto se non si vuole far ricorso a chimica e medicine.

Grazie mille Luigi per l’apporto che ci hai dato e per la chiarezza sui dati che hai dimostrato. Sicuramente il tuo contributo ci aiuta a fare chiarezza sulle mille immagini e servizi che fanno scorrere alla televisione e che non fanno mai notare il rovescio della medaglia.

Grazie ancora per il tuo prezioso contributo.

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