Oggi voglio raccontare di grande esperienza di vita prima ancora che professionale. Tutto nasce da una telefonata di Giuseppe Rambaldi Sous Chef del Ristorante Combal.zero, nella quale mi avvisava di aver dato il mio recapito ad una persona (Carlo Caravaggi che non conoscevo) che mi avrebbe contattato per organizzare una serata…
Confesso che, tra i mille impegni che riempiono le mie settimane, sono abbastanza restìo ad accettare questo genere di proposte ma poi ho ricevuto la telefonata di Carlo.
Mi ha parlato con grande passione di Cascina Cattafame, una comunità di recupero minorile e dei progetti che lì vengono realizzati.
La serata che voleva organizzare doveva essere gestita da Chef in collaborazione con i ragazzi, era prevista una cena con la comunità, menù costruito con ciò che si trovava in cucina… Beh, sono stato piacevolmente sorpreso dall’intenzione del progetto ed ho ben presto superato la riluttanza iniziale ed accettato di mettermi anch’io in gioco.
Subito arrivato in Cascina sono rimasto stupito dalla bellezza e dall’organizzazione del luogo. Innanzi tutto un posto aperto a tutti, famiglie comprese, con giochi, animali, fattoria, e tante, tante iniziative studiate per il sostentamento della comunità ed il coinvolgimento dei ragazzi. Ho conosciuto il presidente ed educatore Pierangelo Ferraresi che ci ha illustrato la Cascina, il luogo, le iniziative e gli obiettivi.
Naturalmente ho avuto il piacere di incontrare e conoscere i miei compagni di avventura. L’unico NON Chef ero io (!), tutti gli altri sono grandi professionisti della cucina ognuno con la propria affermata attività: Marco Avella (Ristorante EVO Milano), Andrea Alfieri (il Chiostro di Andrea Milano), Alessandro Lanzani ( Lanzani bottega e bistrot Brescia), Fabrizio Mantovani (FM con Gusto di Faenza). L’evento è stato documentato dal bravissimo Federico Cicogna, che ringrazio per le bellissime immagini.
Dopo un colloquio con i ragazzi in cui ognuno di noi ha parlato a delle proprie esperienze cercando di trasmettere ai ragazzi la positività di un lavora fatto di impegno ma anche di passione e soddisfazioni, ci siamo buttati in cucina.
Marco agli antipasti, Alessandro coordinatore della sala, Fabrizio ai primi, Andrea ed io al secondo e contorno.
Beh! Che dire! Insieme ai ragazzi della Cascina ci siamo divertiti un mondo trascorrendo sicuramente non solo una bellissima serata ma una vera grande esperienza.
L’esperienza delle opportunità! Si proprio così, opportunità per i ragazzi che hanno potuto, oltre che sentire le nostre parole, anche toccare con mano il lavoro, veder creare dal niente un piatto, sentirlo, gustarlo. Essere applauditi e gratificati per qualcosa che hai fatto tu, ti fa sentire nel tuo piccolo importante, ti fa sentire che sai fare qualcosa di buono, ti fa sentire bene.
Una freccia a volte capita venga scoccata male e vada fuori dal bersaglio, ma ciò non vuol dire che non si possa centrarlo mai più. Si può avere un secondo tiro, una seconda chance, una seconda OPPORTUNITA’ che se colta, ti può far arrivare direttamente al centro. Purtroppo la vita è fatta anche di piccoli aneddoti di piccole sfumature, che ti portano fuori strada, ma non significa che si debba rimanere fuori per sempre. Se la radice è buona, se la volontà è buona si può ripartire e fare grandi cose.
Anche questa serata dunque è stata una piccola opportunità per ragazzi ma non di meno anche per noi. Per me è stata una delle esperienze più emozionanti, spero di aver offerto qualcosa per ricompensare quanto ho ricevuto. A Cascina Cattafame non ho visto pietà, compassione, ma grande determinazione, voglia di ricominciare, di far vedere prima di tutto a se stessi, che ci si può arrivare. Questo è quello che ho avvertito… un grande stimolo a non fermarsi mai, ad avere sempre voglia, anche quando la vita a volte ti devia non per una cosa che hai voluto o cercato.
Naturalmente non nascondo di aver appreso molto anche dai miei compagni di avventura, bravi ragazzi e grandi Chef, che senza il clamore televisivo dimostrano sul campo il loro valore, la loro esperienza e le loro capacità, con gesti apparentemente naturali che li rendono disinvolti come un pittore che dipinge la propria tela.
Infine devo un grande ringraziamento a Carlo che mi ha dato questa opportunità, al presidente Piero che mi ha accolto come una persona di famiglia, agli Chef con cui ho collaborato ed ai ragazzi che mi hanno trasmesso una forte carica emotiva e spirituale.
Grazie a tutte queste persone che definisco “Le persone delle seconde opportunità” che con disciplina, sacrificio, tenacia riescono a regalare una seconda grande vita.
