Made in Italy? Si, ma dov’è!?

Avevamo già scritto della straordinaria ricchezza della biodiversità Made in Italy nonostante la superficie sia appena dello 0,50% di quella mondiale. Ne consegue che l’Italia ha la RICCHEZZA ALIMENTARE  più grande al mondo! (leggi qui l’articolo)
Eppure nel produrre i beni alimentari IMPORTIAMO materia prima talvolta in percentuale veramente elevata… in certi casi oltre la metà della produzione, cioè del prodotto finito che arriva sulle nostre tavole, proviene da materie prime straniere.

Ma il Made in Italy dov’è?

Pasta (e non solo) Made in Italy? MA il grano per oltre il 50% viene dall’estero!

Un esempio eclatante è la pasta, dove il 50% proviene da grani esteri: Canada, Stati Uniti, Ucraina… e quindi il bel Paese della pasta e della dieta mediterranea, deve il suo prodotto principe ad una materia prima importata da altri Paesi.

MA la pasta è solo un esempio.
Se volgiamo parlare di carne…

  • circa il 40% della carne bovina viene importata.
  • Il 35% della carne suina proviene da altri paesi.

Lo sapete che un prodotto dell’eccellenza italiana come la conosciutissima Bresaola IGP della Valtellina deve la sua maggior produzione dall’importazione di carne Argentina o sudamericana?

Abbiamo il clima, il microclima, le cantine e le tecniche di norcineria ma evidentemente non abbiamo prodotto sufficiente.

Non si salva nemmeno il mercato ittico dove tutti gli anni le grandi aziende industriali spendono una cifra monstre pari a 4 miliardi di Euro per procurarsi, molluschi, crostacei e altro dall’estremo oriente.

MA allora perché questo accade? Com’è possibile non avere abbastanza prodotto?
Perché non riusciamo a produrre il nostro fabbisogno?

Beh i motivi sono molteplici e le dinamiche complesse.
Una causa è legata al fatto che le politiche europee su alcuni fronti ci hanno tagliato fuori. Dobbiamo poi considerare il fattore prezzo e la concorrenza di manodopera a basso costo di alcuni Paesi. E poi c’è il consumo di suolo, la cementificazione, che ha strappato terra all’agricoltura per le semine, i pascoli ecc…

Se manca materia prima per il Made in Italy, non sarebbe saggio incentivarne la produzione?

Sono consapevole che ci troviamo di fronte a sfide enormi e complesse ma secondo il mio personale parere se ci fosse una politica lungimirante, atta a preservare i territori, gli agricoltori, la nostra agricoltura, i nostri allevamenti, la pastorizia ecc… forse questo problema comincerebbe ad intravvedere qualche soluzione.

Se ci fossero politiche per le quali venisse finalmente corrisposto il GIUSTO PREZZO  per le produzioni made in Italy sicuramente non si lascerebbero i frutti sugli alberi o i pomodori a marcire attaccati alla piante.

Vi assicuro che se solo ne valesse un po’ più la pena, se agli agricoltori fosse rispettata la dignità, sarebbero ORGOGLIOSI di raccogliere ed offrire i frutti delle loro fatiche!

Se si facessero politiche attive per i pascoli, per incentivare gli allevatori, per motivare i giovani, probabilmente anche la Valtellina avrebbe qualche prodotto italiano in più.
Ne gioverebbe il territorio che tornerebbe ad essere preservato e presidiato e non abbandonato.

E’ inutile nascondersi dietro a scuse perché se ci fossero competenze e soprattutto la volontà politica di mettere IN CAMPO queste azioni si potrebbe agire senza problemi. Se si tutelassero i produttori, se fosse garantita loro un po’ più soddisfazione economica, avremmo più orgoglio per il la ricchezza del nostro Paese e potremmo finalmente dichiarare di avere prodotti 100% made in Italy.

E’ giunto il momento dei fatti concreti, delle scelte e dell’assunzione di responsabilità.

Perchè vediamo come esempi di settori (forse perchè giudicati più interessanti? in base a cosa??) in cui si è fatto qualcosa  e con risultati CI SONO. Pensate al vino… lì le produzioni italiane coprono il fabbisogno nazionale e l’export contribuisce in modo determinante a dare meritata soddisfazione a chi produce. Purtroppo politiche efficaci come in questo caso sono ancora troppo poche.

Vi rimando ad articoli sull’argomento di “Investire Oggi” e “Il fatto alimetare”, vi consiglio di leggerli ed approfondire, si parte da dati Istat e Coldiretti e scendono ancor più nello specifico.

https://www.investireoggi.it/economia/alimentazione-arrivano-cibi-mangiamo-rischi-la-salute-distruzione-del-made-italy-dati-coldiretti/

https://ilfattoalimentare.it/100-italiano-materie-prime-grano.html

2 pensieri su “Made in Italy? Si, ma dov’è!?

  1. Guido Mina

    Lorenzo,hai perfettamente ragione ma è vergognoso che prodotti di provenienza estera ,dopo una piccola lavorazione sul nostro territorio si possano fregiare di prodotto Made in Italy, sarebbe ora che la tracciabilità sia attiva e finalmente fatta in modo serio, dopodiché sarà il consumatore a scegliere ma deve essere messo in condizione di conoscere da dove provengono gli alimenti!!

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